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antimonete

mercoledì 10 novembre 2010 Pubblicato da frezzi 0 commenti

   Spett.bile ECB, buongiorno.
Sono il presidente di una onlus e scrivo per  dei problemi con la paga di alcuni volontari della mia organizzazione no-profit , sperando che possiate aiutarmi.
Perché la loro opera è a titolo gratuito, ma spesso e volentieri dopo aver prestato servizio per un certo periodo cominciano le rivendicazioni tipo "ho fatto volontariato per tre anni adesso potrebbe anche assumermi", "almeno un rimborso spese" ed altre richieste del genere.
Perché ogni volta che si da' qualcosa viene automatico aspettarsi qualcos'altro in cambio.
Per questo le scrivo questa lettera, se potrebbe stamparmi qualche banconota da zero euro affinché ogni fine mese ne possa dare una ad ogni volontario di modo che sia in questo modo chiuso l'impegno  per quel mese e non venga a chiedermi niente poi  in cambio del suo lavoro, in accordo con le regole onlus di gratuità delle prestazioni dei volontari.
Già che ci siamo se si può stampare anche qualche banconota negativa taglio 100 e 200 euro per alcuni di loro che hanno già avuto un compenso per la loro opera, giacché si torni alla cifra pattuita di zero euro.
Le faccio questa richiesta sul presupposto che le banconote seguano lo stesso percorso dei numeri, per cui se dopo secoli ci si è accorti dell'esigenza di avere uno zero e dei numeri negativi magari oggi ci si accorgerà di avere bisogno anche di banconote a valore zero e negative. Grazie
Milano, 30 gennaio 2009








Gentile sig. Barnaba,
ci dispiace ma l'Istituto Poligrafico non è competente nella stampa delle banconote!
Distinti saluti
Ufficio Informazioni
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
Tecnologie Informatiche e Produzione Telematica
Via Marciana Marina, 28 - 00138 Roma
E-mail: 
informazioni@ipzs.it
web: www.ipzs.it





Gentile Sig. Barnaba,
grazie per la mail. L'ho trovata triste e simpatica allo stesso tempo. Naturalmente non possiamo esaudire la sua richiesta, ma le auguriamo lo stesso buona fortuna per la sia onlus.
Cordiali Saluti,
Andrea Zizola
Senior Press Officer
Press and Information Division 
Directorate Communications 
European Central Bank
(:   **49-69-1344-6551
Fax:  **49-69-1344-7404
e-mail: andrea.zizola@ecb.int

http://scatole.freehostia.com/index.html


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bancoinformatico

martedì 9 novembre 2010 Pubblicato da frezzi 0 commenti
bancoinformatico2
Da: francesco barnaba
Inviato: martedì 14 ottobre 2008 4.33
A: info@bancoinformatico.com
Oggetto: carità
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volevo sapere, oltre ad aiutare i peruviani, i preti ecc, tu quanti ci guadagni dal banco informatico
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Personalmente riesco a mantenere dignitosamente me e la mia famiglia. Quelli, come il presidente che ci legge in copia, che lo fanno come volontari (sono tanti e sono contenti di farlo) ci mettono del loro.
Ti ricordo poi che la normativa che regola le onlus non consente nessun profitto, neppure indiretto.
Se vuoi venire di persona a vedere, sarai il benvenuto.
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scusa ma non ho capito cosa voglia dire
"Ti ricordo poi che la normativa che regola le onlus non consente nessun profitto, neppure indiretto." e poi
"Personalmente riesco a mantenere dignitosamente me e la mia famiglia. "
se la normativa non consente nessun profitto, da dove proviene il tuo reddito?
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La mia retribuzione, come dipendente, deriva dalle risorse che entrano
nell associazione sotto forma di donazioni da parte di privati ed aziende,
secondo la vigente normativa fiscale che le regola, sotto forma di
finanziamenti di enti pubblici partecipando a bandi di progetti, sotto forma
di rimborso spese che chiediamo ai nostri destinatari per l approntamento
dei pc, sui quali vengono fatte operazioni di pulizia e di reinstallazione
del sistema operativo.
Quindi le risorse che entrano non costituiscono alcun profitto ma servono
unicamente a coprire i costi dell attività: struttura (magazzino e
laboratorio), trasporti, smaltimento dei rifiuti elettronici secondo le
norme vigenti, sito web, stipendi delle persone per le quali questo è il
lavoro ordinario ecc.
Saluti.
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ma allora il tuo stipendio (al di la  se sia indispensabile o meno, e al di la  se l azienda in generale è senza profitto) è profitto o non è profitto?
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Il mio stipendio non è profitto, come quello di qualunque dipendente.
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allora diamo una definizione di profitto. Profitto è compiere un azione e riceverne in cambio
una paga, di qualsivoglia natura. Non profitto invece è compiere un azione senza riceverne in cambio niente. Quindi il tuo stipendio come puo  essere non profitto?
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Sbagliato.
Profitto è la differenza tra ricavi e costi.
Il dipendente che prende lo stipendio alla fine del mese per il lavoro che
ha svolto fa profitto? No. (E  il mio caso e quello di tutti quelli che
lavorano con uno stipendio)
L associazione di volontariato (come la nostra) per la quale le entrate (che
ti ho dettagliato) sono minori o al massimo uguali alle uscite (che ti ho
dettagliato), fa profitto? No.
L azienda per la quale i ricavi superano i costi fa profitto? Sì.
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io parlavo del profitto in generale, non quello dell azienda. Chiamiamolo introito, guadagno, soldi. Onlus significa dare senza volere soldi in cambio, che non è il tuo caso perchè tu lavori ma in cambio vuoi dei soldi, il tuo stipendio. Se vuoi dei soldi per il tuo lavoro, perche  allora hai accesso a dei benefici, quali donazioni e sgravi fiscali, pensati per chi non ottiene soldi dal proprio lavoro? (onlus non vuol dire senza lucro, che è solo uno spregiativo, ma senza guadagno)
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Mi spiace, ma non hai capito proprio le caratteristiche di una onlus
(Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale: vuol dire proprio senza
lucro). Se per fare andare avanti la baracca serve il lavoro a tempo pieno
di qualcuno, mi dici come questo qualcuno vive se non riceve uno stipendio?
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e  la baracca che non va bene, perche  si basa su dei falsi dati, aziende che in un mercato normale chiuderebbero subito perchè, tornando all esempio di prima, le uscite sono sempre maggiori delle entrate, vengono tenute in vita artificialmente con donazioni, sgravi fiscali, finanziamenti pubblici ecc. mentendo, facendo credere che c è bisogno di un certo servizio quando in realta  non viene analizzato il costo di quel servizio. Per esempio le mense dei frati, vanno avanti perche  nessuno va a controllare quanto viene a costare un pasto che viene offerto ai poveri e la sua qualita , ne  i frati hanno nessuna intenzione di rendere pubblici i loro conti. E  il caso della tua azienda?
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Se non capisco male, per te possono esistere solo aziende profit, così che non ci siano donazioni o sgravi fiscali?
Andiamo a chiedere ai poveri che mangiano alle varie mense dei frati se sarebbero più contenti se tali mense chiudessero, solo perché non sanno quanto costa il servizio.
Per quanto riguarda noi, è lo stesso: senza la nostra attività moltissime persone (giovani, anziani, disabili, ecc.) non riuscirebbero ad avere un pc.
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non ho detto di chiudere queste mense: solo che se gli stessi soldi che comune e privati affidano ai frati fossero affidati a delle non onlus, i poveri non mangerebbero piu , come accade adesso, avanzi di Siticibo o aiuti cee e i soldi spariti chissa  dove, ma pranzi normali con un valore dfi almeno 4-5 volte quello delle onlus Cioè per 10 euro che incassa una onlus da  un pranzo del valore di 2-3 euro, mentre una non onlus sarebbe costretta a dare un pranzo del valore di 10 euro
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Allora? Hai perso la voce?

                                                                                                         post 16 

contratti

sabato 6 novembre 2010 Pubblicato da frezzi 0 commenti
Ho firmato un contratto fastweb l'anno scorso, chiedendo per tre volte al rivenditore, in uno di quei gazebo mobili che si trovano in giro, quanto fosse il costo totale al mese da pagare. Per tre volte m'ha risposto 40 euro senza costi aggiuntivi e senza nessuna spesa di attivazione.
Ho firmato anche perchè rientrava nel limite massimo di spesa che mi ero prefisso.
Quando è arrivata la prima bolletta sono cominciate le sorprese: l'attivazione non era gratis ma era da pagare, nonostante avessi chiesto espressamente al rivenditore se dovevo pagarla e questi mi avesse risposto di no. 
Non erano 40 euro al mese ma 67, perchè bisognava aggiungere 27 euro di contratto base obbligatori a cui però il rivenditore non ha accennato per aumentare la probabilità di firma del contratto (e infatti 67 euro erano troppi per me e non avrei firmato).
Quando ho chiesto spiegazioni a fastweb la signorina ha risposto che era sottinteso che dovevo pagare anche i 27 euro in più e comunque risultava dal contratto cartaceo.
Resta comunque la considerazione che se sul cartaceo c'è scritto 67 euro al mese il rivenditore non può verbalmente dichiarare 40 euro al mese (i 27 euro di fisso non sono una cifra trascurabile che si può omettere di dichiarare).
100 euro come caparra, che era il male minore perché da restituire a fine contratto, però distorcevano la versione del rivenditore “40 euro al mese senza nessuna altra spesa”.
Perché le aziende la legge la rispettano, a leggere il contratto.
Il problema è proprio quello: come fai in un gazebo ma anche in un negozio o in un centro commerciale a leggere un contratto con decine e decine di punti più le voci scritte in piccolo e le voci con asterisco? Il più delle volte si firma senza neanche dare un’occhiata alle varie voci fidandosi della buonafede del rivenditore e dell’azienda, che spesso c’è ma qualche volta viene meno.
Bisognerebbe stilare un proprio controcontratto, con quello che si intende pagare e quello che si vuole ricevere, di modo che, incrociandolo con il contratto proposto dal rivenditore, siano valide solo le voci perfettamente identiche e che quindi rispecchiano il volere di ambedue le parti.
Così noi firmiamo il loro contratto e loro ci firmano il nostro, con buona pace di asterischi, scritte minuscole e fregature varie (vista anche la gran richiesta di reciprocità).



Sotto un tipico contratto, redatto in regime di monopolio da una delle parti,in questo caso Fastweb. (alla pagina google.docs il contratto completo)

monopolio fastweb



a2

Nella immagine sopra un esempio di cosa voglia dire monopolizzare un qualcosa: nel contratto, redatto da una sola delle due parti in causa, Fastweb, si specificano gli obblighi del cliente, con tutti i divieti e relative sanzioni. La forma corretta del contratto vorrebbe che si elencassero anche gli obblighi ed i divieti di Fastweb, ma non c’è nessuna voce del genere nel documento

a9

Sopra il contratto nella sua forma corretta. Per ottenere ciò è difficile pensare ad una qualche regola per cui
Fastweb rediga un contratto che non penalizzi il cliente. A meno che il cliente non rediga un suo contratto da far firmare a Fastweb, bilanciando in questo modo le opportunità di controllo. Sarà quindi diritto del cliente chiedere la firma di Fastweb sul proprio contratto (nel caso di contratti complessi ci penseranno i sindacati a redigerli in forme preconfezionate) per cui si eviteranno tutti i piccoli giochini del giorno d’oggi con Fastweb, per esempio, costretta a firmare un contratto del cliente su cui ci sono delle voci tipo “il cliente non pagherà mai in nessun caso più di tot euro al mese”

z1

I contratti al giorno d’oggi, redatti da una sola parte con conseguenti vantaggi

z2

I contratti di domani, con redazioni e firme incrociate in modo da garantire una parità fra le parti in causa

                                                                                                            post 15 
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revoca champions league Milan AC

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FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO
00198 ROMA - VIA GREGORIO ALLEGRI, 14
CASELLA POSTALE 245O
COMUNICATO UFFICIALE N. 82/A

Il Consiglio Federale

- vista la vittoria in Champions League del Milan A.C. del 23 maggio 2007;
- visto che il Milan A.C. in 40 anni ha vinto per sette volte questa importante manifestazione, senza che le altre squadre italiane, a parte poche altre realtà, abbiano la minima possibilità di aggiudicarsi questo trofeo;
- vista la natura illegittima di questa vittoria, in quanto i valori in campo non sono omogenei (sia per quanto riguarda il numero, perchè Milano è una metropoli e realtà più piccole come per esempio Parma non potranno mai competere avendo un decimo della popolazione di questa città, sia per quanto riguarda il reddito in riguardo per esempio a città come Palermo dove il capitale circolante a parità di popolazione è notevolmente inferiore e quindi non sono possibili paragoni o confronti tra le due città);
DISPONE

la revoca dell'assegnazione della Champions League 2007 al Milan A.C., oltre alla revoca delle altre sei edizioni vinte dal Milan A.C. dal 1963 ad oggi e alla revoca dei 17 campionati vinti finora da questa squadra.

E' in fase di studio un campionato in cui le squadre partecipanti abbiano pari valore o per lo meno una differenza di valori che non superi un limite stabilito, per dirla in parole povere oggi è come se il Milan scendesse in campo con 11 giocatori e le altre squadre chi con 9, chi con 7, chi senza portiere, ecc.
Per quanto riguarda il numero grosso modo ci sono due alternative, smembrare Milano in tante realtà più piccole, con la possibilità di ogni squadra milanese di attingere solo alle risorse della propria zona, con dimensione tra i 100.000 abitanti ed i 300.000 abitanti per esempio, in modo da adeguare queste squadre alla maggioranza delle città italiane. Oppure accorpare le città più piccole a formare squadre che per numero e risorse possano competere con le squadre delle grandi città tipo Torino e Roma, in modo che anche un paesino di 1.000 abitanti possa vincere uno scudetto.
Per il reddito l'obiettivo principale è avere la stessa paga per un operaio di Milano e per uno di Palermo, quando oggi le due paghe sono parecchio differenti, ma questo, oltre a competere allo Stato Italiano e non alla FIGC, richiederà parecchio tempo per cui per l'immediato si cercheranno soluzioni temporanee.


Approvato dall'assemblea federale del 25 maggio 2007 Il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio Francesco Carraro

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interno esterno

venerdì 5 novembre 2010 Pubblicato da frezzi 0 commenti

continua..

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vivo o morto?

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continua..




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cartelle

giovedì 4 novembre 2010 Pubblicato da frezzi 0 commenti

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il caos

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